La stagione del topinambur, ma che strana verdura.

Come verdura di stagione il topinambur è sicuramente un prodotto non troppo conosciuto. Scopriamo assieme le sue caratteristiche fisiche ed organolettiche ed altre informazioni su questo fantastico tubero.

Sempre di più, in questo periodo, se ne sente parlare del fantomatico topinambur, ma facciamo un po’ di chiarezza su come si presenta questo prodotto.

Il topinambur è un tubero, di una pianta erbacea perenne, che viene chiamata anche rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme, girasole del Canada o elianto tuberoso (dal nome latino della specie: Helianthus tuberosus), e si raccoglie principalmente d’inverno, quando la parte verde appassisce e ne rende relativamente più facile la raccolta.

Storia del tubero.

In natura la pianta lo usa come “capsula di salvataggio” da tenere sotterrata durante il periodo freddo dell’anno dove la parte verde della pianta muore, e che, con il ritorno del bel tempo può tornare a crescere ripartendo appunto dal tubero. Questa proprietà di resilienza ha permesso al topinambur di diffondersi con facilità nel nostro paese e in Europa a partire dal XV secolo, dove ha spopolato per un certo numero di anni ed è stato poi però soppiantato da un tubero destinato a diventare il più popolare: la patata.

Al giorno d’oggi in Italia è facile trovare il topinambur in natura, essendo una pianta molto vitale, a cui basta avere un terreno umido, ad esempio vicino a un corso d’acqua, per crescere, ma è ancora coltivato in determinate realtà agricole o familiari, specie quelle che spalleggiano o applicano la filosofia del biologico, come ad esempio Aretè. Inoltre il topinambur possiede delle proprietà organolettiche e nutritive benefiche per il nostro organismo ed è un ottimo sostituto alla patata in vari piatti e pietanze.

Negli ultimi anni il consumo è cresciuto, insieme all’aumento del numero di persone che tengono al consumo salutare e biologico.

Il topinambur in cucina.

In cucina trova molteplici usi, ha un sapore delicato, che ricorda un po’ il carciofo, ed avendo una cottura praticamente uguale a quella della patata è spesso usato come suo sostituto, se si vuole può essere consumato crudo o si può cucinare in vari modi:

-fritto

-al forno

-bollito

-cotto al vapore

-fatto saltare in padella

Abbinarlo ad altri prodotti è facile e permette di creare gustose ricette. Generalmente viene combinato con altri ortaggi, specie con prodotti a base proteica (anche se, per coloro con intestini sensibili, forse sarebbe meglio evitare di mangiarlo con legumi) ed in più possiede proprietà organolettiche positive se consumato nella dieta.

Caratteristiche organolettiche del topinambur.

Studi dimostrano che il consumo di topinambur, può aiutare a ridurre il colesterolo, stabilizzare il valore glicemico nel sangue (grazie ad una molecola speciale chiamata inulina, che rende il glucosio più facilmente assimilabile).

Grazie alla sua fibrosità nutre la flora batterica dell’intestino crasso rendendola più salutare e attiva (e per questo può causare problemi di meteorismo negli intestini più sensibili). Questo tubero ha anche un ottimo contenuto di sali minerali come magnesio, fosforo e potassio ma anche ferro, zinco e selenio. Possiede anche una discreta quantità di vitamine A, C, E e K; inoltre è un tubero privo di glutine adatto al consumo per coloro affetti da celiachia.

In pratica gli effetti del topinambur sono molteplici: aiuta contro la stitichezza e l’anemia, purifica l’organismo, riduce il colesterolo e la glicemia, aumenta le difese immunitarie e il metabolismo, ha un ottimo contenuto proteico e aiuta a ridurre stress e stanchezza.

La stagione del topinambur è quella invernale; si raccoglie da fine autunno fino a febbraio, quando il terreno non è congelato però! Ed è ottimo consumato in una zuppa bella calda durante una fredda giornata invernale, segui i gialli fiori del topinambur in Aretè, dove seguendo il metodo biologico lo coltiviamo in agricoltura sociale.

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