L’orto familiare
L’orto familiare è una pratica connaturata all’essenza umana. Fatta inizialmente a scopo di autosussistenza, oggi di salute a tutto tondo, trova approcci simili in tutto il mondo e continua a costituire una base fondamentale per la sicurezza alimentare globale. Grazie alle sue piccole dimensioni e all’attenzione che chi lo cura può dedicargli, vi trovano spazio pratiche di grande sostenibilità ambientale ed elevata produttività. Un approccio che può essere definito “agroecologico”.
Alcuni importanti esempi di queste pratiche:
- Consociazioni. Le consociazioni rappresentano la “biodiversità nel momento”. Tante piante di specie diverse, che interagiscono positivamente l’una con l’altra garantendo a tutte uno sviluppo sano. Si può trattare di scambio di nutrienti, di ombreggiamento parziale, di competizione verso altre infestanti, oppure ancora di prevenzione di malattie. E’ la principale caratteristica che distingue l’orto familiare da una produzione intensiva. Quest’ultima privilegia sempre l’uniformità della coltura, evitando la compresenza di piante diverse, perchè solo così può il processo produttivo può essere reso più spedito e meccanico.
- Rotazioni. La rotazione rappresenta la “biodiversità nel tempo”. Sullo stesso terreno si studia una successione di specie diverse in modo da ottimizzare l’utilizzo delle fertilizzazioni e il comportamento di ciascuna di esse nei confronti della successiva. Questa pratica è fondamentale sia nella produzione intensiva che in un orto familiare.
- Pacciamatura. La pacciamatura consiste nel creare uno strato di materiale vegetale sul terreno e attorno alle piante orticole. In inverno ciò consente di mantenere più alta la temperatura del suolo garantendo una più rapida ripartenza in primavera. In estate ha la funzione di evitare il diffondersi di infestanti e di limitare l’evaporazione dal suolo e dunque il consumo idrico. La pacciamatura può essere fatta con foglie secche, fieno, cippato.