Campi in inverno
Nei nostri campi seguiamo la rotazione delle colture, una tecnica agronomica fondamentale per non depauperare le preziose risorse del suolo. Ogni specie, infatti, produce effetti diversi sulla qualità del terreno. Le piante più esigenti in termini di nutrienti seguono la concimazione (che avviene a cadenza annuale). Dopo di esse vengono specie più frugali in grado di svilupparsi con le risorse residue. Infine viene seminata una coltura miglioratrice, capace di arricchire il substrato di nutrienti e di migliorarne la struttura e il livello di sostanza organica.
Inverno 2023
L’inverno prosegue come parte dell’autunno. In attesa.
Non che non stia succedendo nulla. Al contrario. A novembre abbiamo seminato le nostre leguminose che hanno fatto in tempo a nascere e sviluppare le prime foglioline.
Vengono chiamate coltivazioni miglioratrici perché agiscono attivamente sul terreno, migliorandone sia la struttura che la disponibilità di nutrienti.
Infatti, in un contesto caratterizzato da una continua produzione, i nutrienti finiscono in poco tempo e la concimazione può avvenire soltanto una volta all’anno (per limiti di legge).
In questo campo è stata fatta a luglio. Poi sono stati piantati i finocchi, che l’hanno consumata e a novembre le leguminose. Queste piante appartengono a una famiglia che è in grado di portare l’azoto atmosferico (N2) nel terreno in una forma assimilabile (NH4) grazie alla simbiosi che sviluppano nelle radici con certi batteri azotofissatori.
In primavera, dopo la raccolta, le piante saranno mescolate al terreno (sovescio), contribuiranno a migliorarne la struttura, creando nuovo humus, e rilasceranno l’azoto accumulato, aumentando la disponibilità di nutrienti, ecco perché sono miglioratrici.