La cooperativa sociale Aretè annuncia la nascita di #Dolosa, la prima creazione gastronomica dello staff di Torre Boldone.
Può sembrare una “semplice” crema al peperoncino, creata con materie prime di qualità, biologiche e a chilometro zero. In realtà questo vasetto pieno di bontà e di sapore nasce dalla mission di Aretè.
Il principale obiettivo della nostra cooperativa è di aiutare i detenuti per dare loro la possibilità di vivere un contesto quotidiano differente dal carcere. L’intento era ed è quello di offrire loro un ambiente “protetto” e d’aiuto nella riabilitazione verso una vita nuova. Col tempo questa vocazione è stata ampliata includendo anche di altre tipologie di persone svantaggiate: disabili psichici, ex-tossicodipendenti, disoccupati, persone in disagio sociale.
#Dolosa vuole essere quindi il racconto semplice, sincero e sorridente della vocazione della cooperativa e delle sue attività di tutti i giorni. Nasce dal desiderio di parlare di temi come il carcere e il reinserimento lavorativo di ex detenuti. Vuole raccontare con la naturale semplicità che caratterizza il nostro quotidiano. Sogna di avvicinare tante persone al nostro mondo, al nostro lavoro e alla nostra cooperativa che vuole essere sempre più inclusiva.
Siamo partiti dal nome, #Dolosa, una parola che fa riferimento a ciò che ha portato qualcuno ad andare coscientemente contro le norme. Si tratta della colpa, che fa quotidianamente parte della nostra vita e che spesso spaventa le persone, ma che il lavoro in Aretè aiuta ad accettare e ad accogliere, in tutti.
#Dolosa è un modo di portare Aretè nelle case di tutti.
Si tratta di un progetto che inizia con questa crema, ma che desideriamo portare avanti anche nei prossimi mesi con altre creazioni grazie alla nostra coltivazione di peperoncini.
Potete acquistare #Dolosa presso il negozio Aretè in via Imotorre, 26 a Torre Boldone secondo i soliti orari (da lunedì a venerdì dalle 8.45 alle 19 e il sabato dalle 8.45 alle 13) ed è presente nei cesti natalizi Aretè.
“#Dolosa è una crema di peperoncino che nasce con l’intenzione di nuocere per la sua delicata piccantezza. Una deliberata e precisa volontà di assalire le nostre papille gustative, per un urlo liberatorio che parla in modalità semplice e leggera di carcere, economia carceraria e reinserimento lavorativo.”