Campi in autunno
Nei nostri campi seguiamo la rotazione delle colture, una tecnica agronomica fondamentale per non depauperare le preziose risorse del suolo. Ogni specie, infatti, produce effetti diversi sulla qualità del terreno. Le piante più esigenti in termini di nutrienti seguono la concimazione (che avviene a cadenza annuale). Dopo di esse vengono specie più frugali in grado di svilupparsi con le risorse residue. Infine viene seminata una coltura miglioratrice, capace di arricchire il substrato di nutrienti e di migliorarne la struttura e il livello di sostanza organica.
Autunno 2023
Quest’anno l’autunno è una stagione di passaggio tra coltivazioni diverse.
Infatti si trova a metà tra la raccolta della coltura estiva (il finocchio) e la semina di quella invernale (un legume) .
Il momento è importante: la fertilizzazione è avvenuta a luglio e subito ne ha beneficiato il finocchio, che è una specie che consuma una gran quantità di nutrienti. Ora è tempo di ripristinare le riserve del terreno con una coltivazione cosiddetta miglioratrice, come una leguminosa invernale (fagiolino, fava).
Questa è in grado di fissare, tramite la simbiosi con specifici batteri, l’azoto atmosferico. Così in primavera, dopo la raccolta, le piante morte, mischiate al terreno, rilasceranno una buona quantità di nutrienti preparando la strada alla coltura successiva. La loro degradazione apporterà anche sostanza organica che si trasformerà in humus con un miglioramento delle caratteristiche biofisiche del terreno.
Quando si semina in autunno queste piante riescono a sfruttare gli ultimi tepori per nascere e sviluppare le prime foglioline. Dopo questa fase possono rimanere bloccate per mesi, sopportando senza danni i geli invernali, per poi svilupparsi con vigore in primavera.